Episodi di aggressività nel gatto
Quando un gatto domestico ha atteggiamenti aggressivi verso le persone è necessario innanzitutto capire cosa ha portato l’animale ad attaccare e a reagire in questo modo perche’ attribuire questo atteggiamento ad una forma non meglio precisata di “pazzia” è ovviamente sbagliato.
Qualsiasi animale, se impossibilitato a scappare e impaurito, attaccherà per autodifesa e nel nostro caso la reazione aggressiva potrebbe essere:
-L’autodifesa di un gatto spaventato o disturbato da qualcosa.
Cosa può spaventare molto un gatto?
Un rumore improvviso, magari mai sentito finora. Ad esempio: una sirena d’ambulanza, il rumore di un trapano, il pianto o l’urlo di un bambino potrebbero scatenare reazioni di aggressività.
I gatti hanno un udito molto più sviluppato del nostro e sono molto sensibili da questo punto di vista. Quando un gatto si spaventa evitate di prenderlo in braccio per cercare di rassicurarlo perché ricavereste solo graffi, morsicature e potreste essere attaccati seriamente. Il volerlo rassicurare tenendolo in braccio costringe il gatto all’immobilità, impedendogli qualunque via di fuga da ciò che per lui in quel momento è fonte di pericolo. L’intervento migliore sul gatto in queste circostanze è dargli la possibilità di andarsi a nascondere in un luogo tranquillo, come peraltro farebbe in natura, per trovare conforto e sicurezza. Una volta eliminata la fonte di disturbo, l’animale riacquisterà fiducia e uscirà dal nascondiglio scelto. A questo punto, per rassicurarlo ulteriormente, fornire del cibo può essere saggio.
-L’autodifesa di un gatto sottoposto allo stress di una gestione sbagliata.
Come evitare una condizione di stress al gatto?
Costruendo il contesto più equilibrato possibile, vale a dire:
a) corretta interelazione con i vari componenti della famiglia, rinforzando il rapporto uomo – animale durante quelle attività che per il gatto sono altamente gratificanti, come quando gli si offre del cibo, durante le attività ludiche o di scambio di coccole nei momenti di relax.
b) corretta interelazione con l’ambiente, dando la possibilità al gatto di crearsi dei propri luoghi di sicurezza dove potersene stare tranquillo ( ad esempio posizionando cuccie sopra ad armadi, mensole o luoghi appartati); rispettando le esigenze etologiche che si esprimono con il saltare su mobili o mensole sopraelevate o col farsi le unghie per “firmare” la proprietà del territorio; rispettando le fasi di attività di riposo del gatto, ma poi quando il gatto è scatenato facendolo giocare con palline, giochi appesi o topolini in pezza; quando invece è tranquillo e rilassato coccolandolo delicatamente.
-Il risultato dell’aver fatto associare al gatto nel tempo, tramite il gioco, la nostra persona (mani e piedi) ad un oggetto da attaccare.
Il modo di giocare dei gatti è molto irruente perché richiama la caccia ad una preda.
Fino a quando le finte prede che il gatto deve cacciare sono palline, topolini in pezza o altri oggetti non nascono problemi ma quando si inizia a far giocare il proprio gatto con le nostre mani o con i piedi, indirettamente gli si sta insegnando ad associarci ad una preda.
Non ci si deve quindi stupire se poi il gatto ci tenderà un agguato saltandoci addosso ad esempio mentre stiamo dormendo.
Se si arriva a questo punto, avremo probabilmente compromesso il corretto modo di relazionarci con lui perché l’animale ha ormai creato una collegamento tra noi e le prede da cacciare.
In sintesi quindi, utilizzare le nostre mani per far giocare il nostro gatto potrebbe equivalere a far giocare un bambino con dei coltelli: il rischio che col tempo ci si faccia male è alto. Meglio usare giochi adeguati e non correre rischi inutili.
Anche coccolare molto energicamente un gatto può scatenare questo tipo di aggressività perché l’animale si sovreccita e tende a graffiare e mordere. Il gatto deve associare le nostre mani a una rilassante fonte di coccole e grattamenti.
Ricordiamo comunque che ogni caso di aggressività deve essere analizzato nella sua specificità e se un serio problema di aggressività persiste è necessario rivolgersi a validi terapisti comportamentali per identificare la causa e ricostruire una corretta relazione.